Dopo due mesi di processo per i fatti della Diaz, il presidente Barone
effettua un'ordinanza in cui chiede che vengano ascoltati solo i testi che
abbiano da deporre su fatti nuovi o su fatti non acquisiti dal tribunale,
fermo restando la possibilita' di esaminarli per quanto riguarda le
lesioni.
Questa decisione ci appare enigmatica e pericolosa.
Riguarda quattro anni di inchiesta, centinaia di parti civili, rogatorie
internazionali, 29 imputati delle forze dell'ordine tra i gradi piu' alti
di quelli
presenti a Genova; un processo che da alcuni e' stato definito il
"processo alla polizia", per reati di lesioni, falso, calunnia.
Limitare la testimonianza vorrebbe dire preventivamente
decidere quali capi di imputazione hanno un senso e quali no
Minimizzare o, forse, sommergere i fatti, con un'ordinanza che sembra
considerare il processo come un ordinario procedimento per rissa,
ci appare un grave torto nei confronti delle 93 persone
arrestate arbitrariamente, della perquisizione avvenuta a suon di
manganellate e botte dei 63 feriti, delle vittime che giungono a Genova
per raccontare alla corte la loro versione dei fatti e non una semplice
scazzottata arbitraria delle forze dell'ordine e piu' in generale per una
ricostruzione, per quanto e' possibile in un palazzo di giustizia, dei
fatti accaduti quella notte.
Forse snellire il processo o comunque non dare l'esatto risalto ai
racconti terribili che ogni settimana ascoltiamo in aula, e' un modo come
un altro per mantenere bassa l'attenzione nei confronti di un settore,
quello delle forze di sicurezza, molto importante nello
scacchiere politico pre elettorale, o piu' in generale perche' Genova va
rimossa, corollari processuali compresi.
C'e', pero', un "ma" in tutto questo. La diffidenza in questo senso e' una
dote. Ci piacerebbe se questa ordinanza fosse una sorta di
presentenza per quanto riguarda il falso e calunnia, lasciando da parte
solo l'accertamento delle lesioni specifiche. ma siamo convinti che, in
realta', serva piu' a sedare il valore politico e storico del processo che
non ad arrivare piu' velocemente a una sentenza che tenga conto delle
testimonianze di tutte le vittime e parti civili.
In attesa della memoria degli avvocati di parte civile, stigmatizziamo
l'ordinanza odierna del tribunale come un ennesimo potenziale tentativo di
disinnescare la possibilita' di giungere ad una ricostruzione
pubblica di quanto accaduto quella notte alla Diaz.
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