La scaletta di "Visionari", trasmissione settimanale sul cinema.

Sep 13, 2005

Collegamento con Teresa De Sio per il film "Craj - domani", ispirato allo spettacolo suo e di Giovanni Lindo Ferretti sulla tradizione musicale pugliese, in proiezione giovedì alle 21 all' Auditorium.

Bilancio veneziano con Paolo e Marco.

Uscite della settimana:
I fantastici 4 - I giorni dell' abbandono - Good night, and good luck - Viva Zapatero!

Suggerimenti sui film in sala a Roma e provincia:
La diva Julia - Million dollar baby - Old boy - Riding giants - Salvador Allende - La sposa siriana - La storia del cammello che piange - La terra dei morti viventi - Tu chiamami Peter - L' uomo in piu'.

In TV:
Giovedì 15: L' avventura del Poseidon - Shine.
Venerdì 16: Apocalipse now: redux - Le colline blu - Million dollar baby - Santa sangre.
Sabato 17: Il gladiatore - Velvet goldmine.
Domenica 18: Fino a prova contraria - Mississippi burning.
Lunedì 19: Bread and roses - 8 milioni di modi per morire - Lista d' attesa.
Martedì 20: Duel - Segreti di stato - Ti do i miei occhi - La pianista - Le invasioni barbariche.
Mercoledì 21: scandalo Blaze - Cube - Brutti, sporchi e cattivi - Angoscia - Lost in translation.

In edicola:
Monster.

Le nostre recensioni:
La diva Julia:
http://www.cinema4stelle.it/PortaleRecensioneBeing.htm
Million dollar baby:
http://romastyle.info/archivio/viewartark.php?artnum=182
Old boy:
http://www.romastyle.info/viewreview.php?reviewnum=239
Riding giants:
http://www.romastyle.info/viewreview.php?reviewnum=269
Salvador Allende:
http://www.romastyle.info/viewreview.php?reviewnum=271
La storia del cammello che piange:
http://www.giornalisti.it/binarioloco/archives/006391.html
Un tocco di zenzero:
http://www.cinemainvisibile.it/Archivio/untoccodizenzero.htm
Tu chiamami Peter:
http://www.romastyle.info/viewreview.php?reviewnum=266
20 centimetri:
http://www.giornalisti.it/binarioloco/archives/007418.html

Da recuperare:

"ACQUE SILENZIOSE"
Pakistan, 1979. Il Presidente, generale Zia-ul-Haq, impone in tutto il paese la legge marziale e prende il via l’ islamizzazione forzata. A Charki, piccolo villaggio del Punjab, vive la protagonista del film, Ayesha, donna di mezza eta’. Vedova e madre del diciottenne Saleem, Ayesha tira avanti grazie alla pensione e alle lezioni di Corano che impartisce alle ragazzine. Suo figlio comincia a farsi coinvolgere da fondamentalisti inviati a predicare odio religioso in quella zona di frontiera. Così, nel cuore accecato di Saleem non trova neanche piu’ spazio l’ amore per la coetanea Zubeida. La tensione esplode in occasione del consueto pellegrinaggio di sikh indiani nei loro luoghi di culto. In piu’, uno di loro e’ alla ricerca della sorella Veero, rapita dai musulmani nel ’47…

La Storia dice che quell’ anno il sub-continente indiano venne diviso in due nazioni: l’ India ed il Pakistan. Il conflitto religioso tra queste porto’ a rapimenti incrociati di donne Sikh e musulmane poi violentate, vendute o uccise o costrette a sposare i loro carnefici. Ma anche quelle che riuscivano a tornare a casa erano costrette da padri, mariti o figli ad uccidersi per difendere l’ onore della famiglia e della comunita’.Le stime ufficiali (chiaramente per difetto) sul numero di donne rapite parlano di 50.000 musulmane in India e di 33.000 indu e sikh in Pakistan.

“Nel 1996 – spiega la regista - ho cominciato a fare ricerche sulla violenza contro le donne durante quel periodo e ho trovato dei riferimenti alle donne rapite lungo il confine tra il Punjab e il Bengala. Ho cercato di mettermi in contatto con alcune di loro, ma non ho trovato nessuno disposto a parlarne e mi sono scontrata con un muro di gomma”.

Vincitore del Pardo d’ Oro al Festival di Locarno 2003, “acque silenziose” e’ uscito nelle sale con un buon ritardo e in un penalizzante periodo vacanziero.Co-produzione che coinvolge sei paesi europei, Australia e Pakistan (dove e’ stato girato), si tratta del primo lungometraggio di Sabiha Sumar, nata a Karachi nel 1961. La quale, dopo aver studiato cinematografia e scienze politiche a New York, ha realizzato documentari di critica sociale, in particolare sulla condizione femminile.

Partendo dalla doppia prospettiva di donna offerta da una sensibile regia e da una interpretazione capace del necessario scavo interiore, il film mostra anche con semplice linearita’ il processo di suggestionabilita’ e identificazione di una giovane mente. E soprattutto, parla all’ oggi. Perche’ del resto non si puo’ non fare un parallelo con l’ attuale dittatura militare islamica di Musharraf, prima dell’ 11 Settembre 2001 inserita nella lista nera degli stati canaglia stilata da Bush junior, poi fulmineamente passata tra le fila degli alleati in funzione anti-talebana. Come afferma la Sumar, “in Pakistan la situazione è decisamente peggiore che in altri paesi, proprio in virtù del sostegno amorale dato a questi estremisti dai cosiddetti governi democratici e liberi di tutto il mondo”. Quindi sono tre i periodi storici affrontati, per dimostrare che quando il passato viene sepolto sommariamente, gli stessi drammi ciclicamente si ripresentano. Drammi di cui la donna, vittima di sempre, diviene simbolo universale: “riuscivo a sentire nelle mie viscere – dice l’ autrice - quello che può provare una donna che ha subito violenza, che è stata rapita e che è stata costretta a vivere in un paese che non ha scelto, obbligata a convertirsi alla religione dei suoi rapitori, a partorire e crescere dei figli e a condurre una vita sempre in disparte. Ho pensato alle donne rapite in Bosnia e nel Kosovo o alla tragedia precedente delle donne ebree nell’Europa sconvolta dalla guerra, e così Ayesha e’ diventata l’emblema di tutte le donne rapite in Bosnia, nello Sri Lanka, in Afghanistan, in Iraq”.

Fedro

Buon ascolto

 
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