Giornale Radio serale delle 19.30

FEB 23, 2007

ESTERI
Il processo contro 11 attivisti aderenti al gruppo Anarchici Contro Il Muro (ACIM) si è concluso oggi dopo circa 3 anni.
From: a-infos-it@ainfos.ca
In sette si sono visti commutare le condanne per assemblea illegale e distruzione di pubblica proprietà in 80 ore di servizio civile. Il verdetto per altri 3 imputati è stato posticipato al 18 marzo a causa della richiesta di unire le imputazioni in essere con altre precedenti per attività politica. Jonatan Pollak, attivista di ACIM, ha avuto una condanna a 3 mesi con sospensione della pena. In un'aula di tribunale stipata, piena di sostenitori, è stata data lettura del verdetto finale nel primo processo a carico del gruppo di Anarchici Contro Il Muro. Le accuse hanno origine in seguito agli arresti durante la manifestazione di fronte al quartier generale dell'esercito svoltasi il 3 febbraio 2004. In quel giorno aveva inizio il procedimento presso la Corte di Giustizia dell'Aia sulla legittimità del Muro dell'Apartheid. Fin dalle prime ore del giorno, agli attivisti era stato impedito di raggiungere la manifestazione vicino Tul Karem e, in risposta, avevano bloccato la via Kaplan, di fronte al comando dell'esercito, e ricoperto di scritti i muri dell'edificio. Pollak si è rifiutato di collaborare col servizio di libertà vigilata ed ha chiesto alla corte di essere condannato a trascorrere in carcere il periodo previsto, senza che gli fosse sospesa la sentenza. Le sue ragioni sono state esposte in un documento letto davanti alla corte (vedi sotto). La corte non ha accolto la richiesta di Pollak e lo ha condannato a 3 mesi con la sospensione della pena, salvo che nei prossimi 2 anni Pollak non sia nuovamente condannato per assemblea illegale. La corte ha stabilito di non imporgli una pena pecuniaria, data l'improbabilità che Pollak la pagherebbe. I membri del gruppo erano difesi dall'avvocatessa Gaby Lasky, che difende il gruppo da diversi anni. La linea difensiva di Lasky si è sempre fondata sul principio di resistenza civile e sul diritto internazionale, soprattutto dei tribunali di Norimberga e di Tokyo sui crimini di guerra, per giustificare legalmente la violazione di leggi nazionali, al fine di rispettare il diritto internazionale.

MO: corteo anti- muro, feriti a Bilin Lacrimogeni e cannoni ad acqua sono stati usati oggi dalla polizia israeliana a Bilin, in Cisgiordania, per disperdere i dimostranti che protestavano contro il ‘Muro dell’apartheid’ – come lo chiamano gli attivisti – che il governo israeliano ha costruito lungo i confini e all’interno dei Territori palestinesi. Secondo la radio Israeliana, un migliaio di manifestanti, tra cui israeliani e stranieri, si sono riuniti nel villaggio di Bilin nel secondo anniversario della costruzione della gigantesca barriera di separazione di cemento e filo spinato, voluta dal governo di Ariel Sharon per “fermare i terroristi”. Sembra che una quindicina di dimostranti siano rimasti leggermente feriti quando hanno tentato di forzare un reticolato usato come “passaggio” tra i due lati del muro. Questo villaggio è diventato un simbolo della lotta contro la barriera: ogni venerdì dimostranti palestinesi e stranieri manifestano contro il muro costruito sul loro territorio. A Bilin – secondo fonti locali - Israele ha confiscato circa 200 ettari di terra sradicando migliaia di alberi di ulivo. Il ‘Muro della vergogna’ – come è anche chiamato – dovrebbe estendersi per oltre 700 chilometri; i palestinesi denunciano le condizioni di ‘prigione a cielo aperto’ in alcune zone rimaste isolate a causa della barriera. A luglio 2004 la Corte internazionale di giustizia dell’Onu giudicò illegale la sua costruzione chiedendone lo smantellamento. Analoga richiesta è stata poi avanzata a Tel Aviv dall’Assemblea generale dell’Onu, ma come è accaduto per molte altre risoluzioni del Palazzo di Vetro negli ultimi anni, Israele non le ha tenute in considerazione e sta proseguendo i lavori, che riguardano ormai circa 500 chilometri di barriera.

UN SECOLO DI CARCERE A SOLDATO USA PER STUPRO E OMICIDIO ADOLESCENTE

Una condanna a cento anni di carcere è stata comminata dalla corte marziale del Kentucky al sergente statunitense Paul Cortez per aver partecipato alle violenze e all’omicidio di una ragazza irachena di 14 anni e di altri tre componenti della sua famiglia. Il militare - chiamato a rispondere di assassinio, violenza, cospirazione criminale e incendio doloso – si era dichiarato colpevole per evitare la condanna a morte. Nella stessa sentenza, i giudici militari hanno condannato a 90 anni di prigione un altro soldato americano, James Barker, che aveva ammesso la partecipazione allo stesso episodio, accaduto nel marzo 2004 a Mahmoudiyah, una trentina di chilometri a sud della capitale Baghdad. I due condannati – insieme ad altri tre commilitoni della 101ª divisione aviotrasportata Usa – aggredirono la ragazza, la uccisero e sterminarono poi i genitori e una sorella più piccola. Gli altri tre (Steven Green, Bryan Howard e Jesse Spielman) sono sotto processo per gli stessi reati; il primo, non più un militare, sarà giudicato da una corte federale e rischia la pena di morte. È la seconda volta che militari di questa divisione sono coinvolti in gravissimi reati in Iraq: tre soldati Usa hanno ammesso in passato di aver ucciso tre civili iracheni disarmati durante un raid a nord di Baghdad il 9 maggio 2006.

Marco Camenisch deve essere condannato all’internamento a tempo indeterminato.

da : http://switzerland.indymedia.org/it/2007/02/46972.shtml

È la richiesta che il procuratore zurighese Ulrich Weder ha avanzato in vista del nuovo processo che si aprirà il 12 marzo e che dovrebbe correggere la condanna di Marco da 17 a 8 anni di detenzione. Nel 2004 a Marco erano stati inflitti 17 anni per l’incastrante omicidio di un doganiere dalla Corte d'assise di Zurigo ma il tribunale federale a fine novembre 2006 aveva annullato la decisione tenendo in considerazione i 12 anni scontati in Italia prima dell’estradizione del 2002. Infatti la corte zurighese aveva inflitto una pena di una durata limitata (non l'ergastolo)a Marco, quindi il limite totale di 20 anni di reclusione non può essere superato. Weder sostiene che motiverà la sua richiesta solo davanti alla corte d’assise. Il presidente della corte Pierre Martin ha però precisato che per applicare tale pena è necessaria una perizia psichiatrica, non ancora presentata e che potrebbe richiedere anche 1 anno. Questa dovrebbe provare che Marco ha una personalità tale che potrebbe commettere altri delitti efferati (finti imbecilli!!)

NIGERIA: RAPITI ALTRI DUE ITALIANI, UN TERZO FUGGE

Ancora cittadini italiani, due tecnici friulani dell'impresa di costruzioni Impregilo, sono stati rapiti da un commandos di 15 ribelli armati, nella regione del sud del Niger, dove il business dei sequestri è florido quasi come quello petrolifero. Il fatto è accaduto a circa 45 chilometri da Port Harcourt, nel Delta del Niger: c'é stato un conflitto a fuoco, un altro italiano è riuscito a fuggire, ma Lucio Moro e Luciano Passarin, sono stati trascinati via.

Seguendo uno schema collaudato, i guerriglieri, armati di armi automatiche hanno assaltato il cantiere Impregilo arrivando, via fiume, a bordo di veloci motobarche e ingaggiato un conflitto a fuoco con i militari. La banda ha agito intorno alle 10 di questa mattina, mentre il gruppo italiano, di cui facevano parte anche due tecnici turchi e italiani, stava effettuando - protetto da una scorta - una serie di sopralluoghi su alcuni ponti. Il sequestro è stato confermato dal viceministro degli esteri Franco Danieli e da Elisabetta Belloni dell'Unità di crisi.

Nella zona, i guerriglieri del Mend, il Movimento per l'emancipazione del Delta del Niger, hanno sequestrato diversi tecnici occidentali dall'inizio dell'anno e ieri il portavoce del movimento aveva minacciato attacchi contro le società italiane impegnate in quell'area del Paese. La Farnesina era già intervenuta l'anno scorso per un precedente attacco contro i dipendenti della Impregilo.

Iraq: tre soldati Usa uccisi in provincia Al AnbarAggiungere l'articolo al mio swissinfo

BAGHDAD - Tre soldati statunitensi sono stati uccisi in combattimento ieri nella provincia occidentale di Al Anbar, tradizionale focolaio di tensioni e violenze e una delle aree principali in cui operano gli insorti dall'inizio dell'invasione dell'Iraq. Ne hanno dato notizia fonti militari Usa, senza fornire altri dettagli. Secondo l'agenzia Afp le morti di ieri fanno salire a 3.154 il numero dei soldati americani uccisi in Iraq dal marzo 2003. Solo in febbraio i soldati Usa morti sono stati 70.

ITALIA

LODO MONDADORI: PREVITI CONDANNATO A 1 ANNO E 6 MESI

Cesare Previti è stato condannato a un anno e sei mesi per il caso Lodo Mondadori. Lo ha deciso la terza sezione della corte d'appello di Milano. I giudici della terza corte d'appello di Milano hanno accolto integralmente le richieste del sostituto pg, che aveva chiesto un anno e sei mesi per Cesare Previti, Giovanni Acampora e Attilio Pacifico, e due anni e otto mesi per l'ex giudice Vittorio Metta. Le condanne vanno aggiunte in continuazione con quelle riportate dagli imputati al termine del processo Imi-Sir, ormai diventate definitive. L'assoluzione dei quattro imputati dal parte della Corte d'appello di Milano era stata annullata dalla Cassazione che aveva disposto un nuovo processo.

 
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